23 luglio 2008
SOS Italia alla deriva...
Spettacolare protesta per l'emergenza casa

CasaPound Italia rivendica l’azione di questa mattina a Torino, migliaia di bottiglie nelle maggiori fontane cittadine, ognuna con un messaggio di richiesta d’aiuto all’interno, simboleggiano lo stato di emergenza abitativa sempre crescente in Italia. Le bottiglie assumono quindi un significato simbolico, i messaggi sono i pensieri di tantissimi italiani stretti tra mutui bancari e speculazioni di ogni genere. Dopo l’11 Luglio a Latina, in cui è stata fatta un’azione simile, anche a Torino si vede l’operazione anti-naufraghi della casa: “anche se qualcuno ha provato a scimmiottare le nostre azioni e ha omesso il motivo di tale protesta” - specifica il portavoce di CasaPound Italia Piemonte – “vogliamo ribadire l’appartenenza politica e ideologica dell’azione mediatica, da anni infatti il diritto alla proprietà della casa che noi portiamo avanti è legata in modo indissolubile alla nostra proposta di legge del MUTUO SOCIALE”, specifica il coordinatore. Questa azione serve, inoltre, per portare alla ribalta nazionale un tema a noi caro: l’opposizione senza se e senza ma allo sgombero di CasaPound Latina, previsto per Ottobre 2008, una vergogna per chi un tetto sulla testa lo garantisce senza chiedere nulla in cambio. A tal proposito, è attiva una raccolta firme nazionale, contro questo sgombero-scempio. “CasaPound Latina è sotto sgombero, e noi ci opporremo, con tutti i nostri mezzi, a tale vergogna” – conclude il responsabile - “e non accettiamo lezioni da chi si impegna, sia a destra che a sinistra, solamente nel fare accordi con palazzinari e costruttori che fanno ormai da padroni nelle città italiane”.
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16 luglio 2008
a fuoco!
è sempre più crisi, è sempre più capitalismo...

Sono 140 i miliardi di euro andati in fumo nelle Borse del Vecchio Continente. Si chiude così un'altra giornata di profondo rosso per i mercati finanziari, che pagano le conseguenze di una crisi dei mutui subprime ancora lontana dalla conclusione. Il caso dei due colossi dei mutui Usa, Fannie Mae e Freddie Mac, in soccorso dei quali si è mosso il Tesoro degli Stati Uniti, non ha fatto che riaccendere il panico.
A bruciare quei 140 miliardi di euro di capitalizzazione in questo martedì nero dei mercati finanziari sono stati i 600 maggiori titoli quotati sui listini del Vecchio continente. E in profondo rosso hanno infatti chiuso tutti i principali mercati europei. Londra ha finito in ribasso del 2,42% a 5.171,90 punti, il Dax di Francoforte ha archiviato la seduta in calo dell'1,91% a 6.081,70 punti. A Parigi il Cac-40 ha registrato un pesante -1,96%, terminando le contrattazioni a quota 4.061,15.
Numeri da brivido dunque nonostante il recupero finale che ha riguardato un po' tutti i listini europei in seguito al tonfo del prezzo del petrolio, scivolato sotto i 140 dollari al barile. Una caduta improvvisa, che è stata determinata proprio dalle parole allarmanti del numero uno della Federal Reserve, Ben Bernanke, che, parlando dell'economia americana, ha detto di aspettarsi rischi al rialzo per l'inflazione e al ribasso per la crescita.
Previsioni che non hanno certo dato coraggio ai mercati finanziari, ma che hanno almeno avuto l'effetto di ridurre drasticamente, nel giro di pochi minuti, il prezzo del barile, che in mattinata era tornato vicino ai suoi massimi.
A MILANO IL TITOLO PEGGIORE E' PARMALAT A Milano, maglia nera tra le società a maggiore capitalizzazione è stata Parmalat (-7,81%) che lunedì sera aveva rivisto al ribasso i target 2008 alla luce dell'accentuarsi della crisi economica e finanziaria. In particolare, la società ha precisato che la situazione di rallentamento economico a livello internazionale "ha inciso, in maniera maggiore di quanto previsto nello scorso mese di maggio, sull'andamento economico delle controllate Parmalat Australia e Parmalat Sud Africa". Male anche Seat Pagine Gialle (-5,1%) sulla scia delle concorrente inglese Yell (-7,33% a Londra), su cui ha pesato il taglio di prezzo obiettivo a 55 pence da 140 operato dal Credit Suisse.
Gli ordini di vendita hanno penalizzato Saipem (-4,91%), esclusa dalla lista dei titoli europei preferiti di Lehman Brothers, Buzzi Unicem (-4,79%), Tenaris (-4,45%) e Fastweb (-4,3%).
Pesante Telecom Italia (-4,26%), con il titolo che rivede i livelli del 1998, dopo i problemi emersi in Sud America, con l'arresto dell'ex presidente di Brasil Telecom, e il sequestro di 49 milioni di dollari da parte del Governo della Bolivia. E' stata inoltre un'altra giornata nera per le banche (-3,81% il sottoindice stoxx), depresso dalle difficoltà del settore statunitense e dal tonfo di Fortis (-11,24% ad Amsterdam), su cui sono in corso accertamenti dal parte dell'autorità di Borsa olandese.
A Piazza Affari hanno perso terreno UniCredit (-3,94%), Mps (-3,7%) e Intesa SanPaolo (-3,34%). In controtendenza invece Bpm (+2,02%) dopo che le indiscrezioni sull'esito dell'ispezione di Bankitalia hanno rilanciato la speculazione su possibili operazioni straordinarie in arrivo. Nel resto del listino sono andate a picco Data Service (-12,69%), Eutelia (-11,84%), Risanamento (-11,24%) e Chl (-11,04%). In luce invece Montefibre (+8,28%), Socotherm (+3,79%), e Brioschi (+2,83%).
capitalismo
finanza
| inviato da nerononpercaso il 16/7/2008 alle 12:55 | |
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